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al testo di Paolo Mazzocchini
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Foglie d’ippocastano croccano sotto i piedi, danzano sui marciapiedi un po’ verdi e un po’ scure, portano tutte, più e meno, le stimmate sicure della cancrena che assapora appena le sorelle appollaiate ancora su rame nere a mezzo spoglie, pettinate da fiamme di vento che fredde scavano le radici lente dei piccioli. Non è tra queste e quelle che il mondo si divide ché tutte tra un po’ s’imbroderanno del mosto che fermenta sul terreno. Perché le due metà del tutto vere sono piuttosto il recto e il verso di una, di ciascuna foglia: l’allettamento molle, la liscia voglia del dritto e la vetrata ostilità del rovescio. Tutto il resto è miope inganno, trompe l’oeil del momento. |
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